Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi. Approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di essere in grado e, soprattutto, pensano di avere il diritto di umiliare le minoranze. L’invocazione si chiama smisurata perché è fuori misura e, forse, non sarà ascoltata da nessuno. Ma noi ci proviamo ugualmente.

"Sullo scandalo metallico di armi in uso e in disuso, a guidare la colonna di dolore e di fumo che lascia le infinite battaglie al calar della sera, la maggioranza sta recitando un rosario di ambizioni meschine, di millenarie paure, di inesauribili astuzie.

Coltivando tranquilla l'orribile varietà delle proprie superbie, la maggioranza sta come una malattia, come una sfortuna, come un'anestesia, come un'abitudine per chi viaggia in direzione ostinata e contraria". (da 'Smisurata preghiera', un poeta, un mito: Fabrizio De Andrè)

Aforismi personali

Patriottismo Non è Nazionalismo, né Xenofobia, né Campanilismo

Amore per la Famiglia Non è Omofobia

Chi Manifesta per la propria Dignità Non è Radical Chic

Chi vuole che si rispetti la Costituzione Non è Giustizialista

Amo le Donne, ma ammiro Chi non teme di Amare Qualcuno del Suo Stesso Sesso

La mia Cultura Non mi fa Guadagnare Denaro, ma mi permette di Guardare dall’Alto i Despoti Ignoranti al Potere

Non sono Apolitico, Non Odio la Politica, Anzi…per questo Non Sopporto gli Attuali Politici Italiani

Che cos’è la Destra? Che cos’è la Sinistra? Si chiedeva Gaber…Fino a 40 anni fa avrei potuto rispondergli

Ti amo Italia


Corruzione, furbizia, sciacallaggio,

menefreghismo, ignoranza, xenofobia.

Nord contro Sud, Meridione contro Settentrione,

figli di un’unica patria di cui non siamo degni.

Provo vergogna a esser italiano,

vedendo il mio Paese crollare

sotto i colpi della tirannia

di una politica che l’ha sbranato.

Centocinquanta gli anni dall’Unione,

un’unica riforma per lo sgretolamento.

Parlamentari noncuranti di una storia

che lentamente stanno dilaniando.

Costituzione degna di gran fama,

rinnegata dai padroni e dagli infami,

da quelle stesse bestie che dalle solite poltrone

recitano ancora i soliti copioni.

Giovani senza speranza,

famiglie disperate senza pane

per una crisi che fino a ieri

tentavano di nascondere.

Sono stufo ed arrabbiato,

ormai impigrito e abituato

a veder le stesse facce

da una vita.

Ti amo Italia

perché mi hai dato la speranza

di una democrazia

che oggi vedo troppo distante.

Ti amo italiano

perché so che reagirai.

Non so quando, non so come,

ma sono certo che lo farai.

Se la cultura ci hanno insegnato a detestare,

sicché dall’ignoranza nasce questa condizione,

con il sapere muoverò il pensiero

e un dì conoscerò il mio vero Paese.

--------------------------------

Non so che pensare

Come sarebbe bello

Non pensare.

Tempo fa credevo

Che la ragione

Fosse l’unica arma

Per debellare l’ignoranza.

Ora m’accorgo

Che con la strafottenza generale

E questa dispersione

Di Ideali

Non mi resta che piangere

Nel vedere appassire la speranza

Che diventa illusione,

Ogni giorno che sorge,

Ogni notte che incombe.

E mi chiedo se non è meglio l’ignoranza.

O la morte.

lunedì 28 febbraio 2011

Sogno finito, Milan batte Napoli 3 a 0

28 febbraio 2011 - E finisce qui. Il sogno dei tifosi del Napoli termina questa sera allo stadio Meazza di San Siro. Per lo scudetto non se ne parla quest'anno. I nostalgici ricordavano Maradona e l'anno del tricolore. Ma i rossoneri hanno tirato giù dalla parete napoletana il poster del numero 10 argentino, lasciandola sguarnita: il loro è stato un assolo. Il Milan ha battuto il Sud per la felicità di Berlusconi e di tutti quelli che la pensano come lui. Stupidi a parte, la sconfitta è il risultato sacrosanto di una partita gestita malissimo da Cavani e compagni. Troppo timorosi dell'avversario titolato, gli azzurri non hanno mai mostrato la verve offensiva che ha contraddistinto il cammino partenopeo. Il rigore provocato da Aronica è il frutto di quella maledetta regola che ogni arbitro interpreta come più gli pare. Tuttavia, la squadra di Allegri ha dominato il match per 90 minuti. Cavani non ha mai impensierito Abbiati, mentre De Sanctis esce dallo stadio con 3 gol al passivo che potevano essere 6 o 7. Al Napoli è mancata la grinta, quella cattiveria da grande squadra che fino a questo punto avevano permesso alla squadra campana di incutere timore ai primi della classe. Come ha detto Mazzarri: "da adesso in poi sono tutte finali". Ne restano undici.

Berlusconi show II


28 febbraio 2011 - Se pensavate che il premier fosse in quel di Milano per partecipare al processo sui fondi neri dei diritti tv Mediaset alla Corte d'assise d'appello dove questa mattina è ripresa l'udienza, vi sbagliavate. I giudici hanno aspettato inutilmente Berlusconi, imputato per frode fiscale, insieme a Fedele Confalonieri, Frank AgramaPaolo del Bue e David Mills.  Alla fine, si sono arresi e lo hanno dichiarato contumace per non essersi presentato in aula, perché i suoi legali non avevano chiesto il legittimo impedimento. Ma lui, il presidente del Consiglio, in aula voleva presentarsi: "Come sempre io voglio andare, ma i miei avvocati me lo impediscono. Proprio Ghedini mi ha detto che oggi c’era il posizionamento delle udienze e quindi non era necessaria la mia presenza". Ad ogni modo, l’udienza c'è stata ed è stata rinviata all'11 aprile.
Il premier, quindi, si è dato alle pubbliche relazioni per far riguadagnare punti al suo Pdl. Questa l'agenda: 11.00 a Palazzo Reale, insieme alla ministra Michela Vittoria Brambilla, per presentare le “iniziative per avvicinare il partito ai cittadini”; poi Confcommercio; 14.00 circa battesimo per il Pdl lombardo guidato da Mario Mantovani. Infine, tra poco più di un'ora, sarà al San Siro per il posticipo della serie A tra Milan e Napoli in cui il capo del Governo andrà "a vedere - la sua squadra - battere il Sud". Ah, ah, ah!
Nel Berlusconi show di fine febbraio, però, i colpi di scena non arrivano più. Il premier-clown non ha perso lo smalto dei tempi migliori, ma le battute sono sempre le stesse e non si registrano barzellette nei vari incontri. Il copione prevede l'affondo sul Quirinale: "Quando decidiamo una legge, avendo avuto l’ok dal presidente della Repubblica e dal suo staff che interviene puntigliosamente su tutto, la mandiamo in Parlamento, entra nelle commissioni, viene discussa e cambiata, poi va nell’aula, poi nell’altra e ancora nelle commissioni, viene discussa, vi sono i veti dei giudici che dicono la loro anche quando non dovrebbero e autorità che intervengono quando non devono intervenire. Poi, se per caso al capo dello Stato non piace, ritorna alla Camera e al Parlamento e se non piace ai pubblici ministeri di sinistra, ricorrono alla Corte costituzionale che la abroga".
Dopodiché, il tema tanto caro "della giustizia", fondamentale priorità del popolo italiano, da affrontare con il "processo breve" che sarebbe una manna dal cielo per tutti e con la repressione delle intercettazioni che non gli permettono di avere un cellulare, poiché lui "è perseguitato".
Infine, l’attacco di rito ai media che "trattano il nostro movimento con odio". Menomale che non parla di "cani" come fa il suo carissimo compare libico.
Quale altra perla ci regalerà il nostro presidente? Basterà attendere la prossima puntata, insomma la prossima volta che parla...

sabato 26 febbraio 2011

Berlusconi show

26 febbraio 2011 - Proprio non ce la fa Berlusconi a fare un discorso serio. Intervenuto questa mattina al II Congresso nazionale dei Cristiano Riformisti, il presidente del Consiglio ricorda per l'ennesima volta i motivi della sua fatidica discesa in campo. Un discorso ascoltato e riascoltato il suo, insostenibile per una persona minimamente acculturata. Surreale, intollerabile, paradossale. Dopo 16 anni c'è ancora gente che lo applaude per discorsi sgangherati e privi di senso. Silvio Berlusconi, per chi non lo ha ancora capito, per chi ancora non lo conosce a questo punto, intimissimo di Bettino Craxi, ha deciso di fondare in una notte "Forza Italia" nell'immediato post-tangentopoli, per evitare che il nostro Paese finisse nelle mani dei comunisti, dei figli dell'ideologia disumana che era il comunismo. Dice il premier: "Un giorno, il professor Giuliano Urbani venne da me e mi presentò i sondaggi della sua università. Il partito comunista, con il 34% dei voti, si sarebbe preso, grazie alla legge elettorale che il partito comunista per primo aveva voluto, l’82% dei seggi. Saremmo diventati un Paese a guida totalmente comunista”. Capito? Grazie alla porcata di Calderoli, il premier si è assicurato il massimo potere in Parlamento. È per questo motivo che quest’oggi il Senato ha fatto passare il decreto “Milleproroghe”, incassando la 41esima fiducia inposta dal Governo in questi ultimi 2 anni. Cose dell’altro mondo.
Subito dopo, Berlusconi ricorda a tutti “quella notte insonne in cui ha comunicato ad amici e parenti di sentire il dovere di lasciare tutto e dedicarsi alla vita politica perché non c’erano alternative”. Ma lasciare tutto in che senso? Quello che intendeva anche quando, a reti Fininvest unite, si rivolse agli italiani per comunicare loro la sua coraggiosa scelta? Parla di quel conflitto d’interessi di cui non vuol sentir parlare? Di quelle aziende che oggi, nonostante la recessione, riescono a far incassare alla famiglia del premier ben 118 milioni di euro? Lui, “sua emittenza”?
“Cercarono tutti di dissuadermi. Quella notte non riuscii a dormire. Tenevo gli occhi fissi al soffitto, sentendo dentro di me questa assoluta responsabilità perché attraverso il calcio, le imprese, la televisione ero l’unico che i sondaggi indicavano come protagonista possibile di una nuova forza politica che si opponesse al destino illiberale che il partito comunista avrebbe consegnato all’Italia”. Quindi, il presidente del Consiglio sa di possedere mezza Italia e, ciononostante, nomina il termine “illiberale”? L’Italia è libera? Il diktat bulgaro, la legge bavaglio, le nuove direttive sulle trasmissioni Rai sono indici di libertà?
“A un certo punto della notte, sentii bussare alla porta. Era mia madre. Mi disse di essere contrarissima perché quella dcisione mi avrebbe portato un mare di guai. Si scaglieranno contro di te tutti disse, tutta la stampa italiana che è praticamente consegnata alla sinistra, i giudici ne inventeranno di tutte per farti fuori - chissà se la signora Rosa intendeva dire che il pargolo doveva cambiare le leggi per evitare di andare in tribunale nel caso in cui fosse indagato -. Però, se tu senti il dovere di farlo, devi trovare il coraggio di farlo, altrimenti non ti riconoscerei più per quel figlio che ho creduto di educare”. E gli italiani ringraziano!
Poi il Berlusconi nazionale ritorna sul male assoluto: “A 12 anni avevo chiaro quale fosse l’ideologia comunista che pretendeva che ciascun missionario comunista non soltanto potesse eliminare anche fisicamente chi si opponeva alla lunga marcia del comunismo - Cioè? Gheddafi, il Raìs a cui ha baciato la mano lo scorso agosto, il suo personal trainer del ‘bunga bunga’ è comunista? Mussolini, Hitler erano comunisti? - verso una società senza classi sociali, dove tutti davano secondo le proprie capacità e prendevano secondo le proprie esigenze, una Gerusalemme in Terra”. Dunque, la Gerusalemme in Terra è Arcore, dove le fanciulle del mondo vanno in pellegrinaggio per avere in dono graditi presenti, ingenti somme di denaro e miracoli, semplicemente chiedendoli a sua immensità?
Poi, il pezzo sulla libertà: un vero  spasso, delirio allo stato puro. “Crediamo nell’individuo e riteniamo che ciascuno debba avere il diritto di realizzare se stesso, di aspirare al benessere e alla felicità, di costruire con le proprie mani il proprio futuro, di poter educare i propri figli liberamente. E liberamente vuol dire di non essere costretto a mandarli a scuola in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai propri figli, educandoli nell’ambito della propria famiglia”. Cosa avrà voluto dire il premier in questo passaggio? Che tutti hanno diritto ad un’educazione libera? Che le scuole pubbliche fanno schifo e quindi fanno schifo tutti coloro che le frequentano? Che gli insegnanti delle scuole pubbliche sono comunisti, lo sono tutti quelli che si possono permettere solo questo tipo di educazione, che tra l’altro dovrebbe essere garantita dallo Stato, e lo sono tutti coloro che frequentano questi istituti? Che gli art. 33 e 34 della nostra Costituzione non servono a nulla?
“Per questo crediamo nella famiglia, nucleo fondamentale della nostra società”. Berlusconi, due divorzi e una marea di escort che lo sputtanano. Berlusconi che organizza festini privati non con la propria moglie risentita, ma con accompagnatrici disinibite e con uno smisurato bisogno d’aiuto?
Infine, la stoccata da campione del populismo più becero e ignorante, degno della politica che il presidente del Consiglio ha consegnato in questi anni, con un insulto che più volte ha ribadito nel corso di questi ultimi anni e che evidenziano come, grazie a quest’uomo, l’evoluzione non potrà mai sfiorare il nostro magnifico Paese se al potere resterà lui e tutti coloro che gli credono e lo applaudono: “Crediamo che la famiglia deve essere costituita da un uomo e una donna che si uniscono nel vincolo dell’amore per poter continuare se stessi, attraverso i propri figli.
Finchè governeremo questo Paese, le unioni omosessuali non verrano mai comparate alla famiglia tradizionale, non saranno mai possibili le adozioni per i singoli, né per le coppie gay”.
Si noti come Berlusconi parli di libertà, nello stesso momento in cui parla di divieti. E non si parla di terroristi o mafiosi o politici corrotti o manager schiavisti…

Il pentito Brusca: "Dell'Utri e Ciancimino referenti di Riina"


26 febbraio 2011 - Brusca torna sui rapporti mafia-Stato.
Convocato dai pm di Palermo, nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato per riciclaggio e intestazione fittizia di beni, il collaboratore di giustizia ha parlato di alcune confidenze che gli fece il boss Totò Riina: "Dopo il delitto di Salvo Lima e prima della strage di Capaci, mi confidò: il posto di Salvo Lima l’hanno preso Marcello Dell’Utri e Vito Ciancimino". Dichiarazioni che confermerebbero le parole di Massimo, figlio dell'ex sindaco di Palermo, che, nel processo contro il generale dei Carabinieri Mario Mori, ha indicato il senatore Pdl come il "protagonista" della trattativa tra mafia e Stato, dopo l’arresto del padre.
Ricordiamo che nel processo contro il senatore, il boss era addirittura diventato il punto di riferimento della difesa, avendo sostenuto di non conoscerlo e di non sapere alcunché sui suoi rapporti con la mafia siciliana. 
Anche grazie a queste parole, la corte d’Appello ha condannato il fedelissimo del premier per la sua vicinanza a Cosa nostra fino al 1992 e non per il periodo successivo. Con queste nuove dichiarazioni Brusca fa riaprire il caso.

Altra perla di Corona. Entra in casa Scazzi da una finestra

26 febbraio 2011 - Fabrizio Corona è stato denunciato da Concetta Serrano, madre di Sarah Scazzi, per essersi furtivamente intrufolato nella propria dimora. La donna sostiene che il fotografo sia entrato nella dimora da una finestra sul retro. L'uomo, invece, dice di aver tranquillamente discorso con la signora Serrano per circa trenta minuti. Una chiacchierata, che Corona dice di poter documentare con delle fotografie, in cui l'uomo sostiene di aver proposto alla madre della piccola Sarah un'intervista che avrebbe pagato dai 50 ai 100 mila euro. Testimone dell'accaduto è Filomena Rorro, del programma televisivo "Quarto grado", recatasi presso casa Scazzi per lo stesso motivo addotto dal paparazzo. La giornalista, ai carabinieri, ha dichiarato: "Quando ho bussato alla porta di casa mi ha aperto Corona e Concetta mi ha detto che lui era entrato furtivamente da una finestra".

Ritrovato il corpo di Yara

26 novembre 2011 - Yara Gambiraso è morta. Dopo tre mesi dalla scomparsa, era il 26 novembre dello scorso anno, è stato trovato il corpo della piccola atleta di Brembate di Sopra. Il cadavere è stato rinvenuto in un campo a Ponte San Pietro da un uomo che lo ha scorto, ben nascosto nell'erba alta. Dopo un'iniziale titubanza, gli investigatori hanno riconosciuto il corpo della tredicenne del Brembate che indossava i resti dei vestiti che portava la sera della scomparsa. 

venerdì 25 febbraio 2011

Micromega-Saviano: Come liberare l'Italia da Berlusconi?

Il questionario di MicroMega e la risposta di Roberto Saviano


MICROMEGA - Da tutte le parti si invoca “unità” per liberare l’Italia dal regime antidemocratico di Berlusconi. Spesso, tuttavia, le varie componenti dell’Italia che ancora si riconosce nella Costituzione repubblicana non accettano neppure di dialogare, di discutere insieme. Per contrastare questa tendenza, MicroMega si rivolge a personalità di diverso orientamento, nella speranza che almeno la premessa dell’azione comune, la comune discussione, possa avviarsi subito. L’intervento che sollecitiamo parte proprio da questa urgenza: le elezioni sono sempre più probabili, e di fatto costituiranno un referendum sulla pretesa di Berlusconi di avere tutti i poteri, facendo strame della Costituzione.

Per difendere/realizzare la Costituzione nata dalla Resistenza, quale ipotesi di alleanza elettorale ritieni la più auspicabile, nell’ambito di quelle che giudichi praticabili con un voto che avverrà con il sistema “Porcata”, che assegna al primo schieramento, anche se minoritario, il 55% dei seggi? Con quale sistema pensi dovrebbe essere scelto il candidato premier, il cui nome è obbligatorio per ciascun schieramento? Le primarie di coalizione (e con quali modalità) oppure un diverso tipo di consultazione? E quale personalità giudichi la più adatta per una coalizione repubblicana vincente?

Tutti i sondaggi rilevano che una quota tra il 40% e il 50% del corpo elettorale è talmente disgustato da tutti i partiti che prevede di non recarsi alle urne o di decidere all’ultimo minuto (turandosi il naso, si presume, e scegliendo un “meno peggio”). D’altro canto nel 2008 il Pd alla Camera otteneva circa 12 milioni di voti, alle europee dell’anno successivo 8 (e i voti del 2008 erano quelli di una sconfitta!), e la disaffezione ha continuato a crescere. Non è esagerato ipotizzare che rispetto ai consensi che garantirono due vittorie elettorali, e tenuto conto dell’incremento degli aventi diritto, manchino oggi cinque o sei milioni di voti. Sono i milioni di voti che probabilmente faranno la differenza e decideranno dell’esito elettorale, a seconda di quanti ne saranno recuperati (o di altri che saranno ulteriormente perduti).

Quale pensi sia la strada migliore per recuperarli? Sollecitare nell’alleanza la presenza di una o più liste civiche, di “società civile”, con candidati tutti non di partito (la “Porcata” ha il vantaggio che dentro un’alleanza nessun voto va disperso, se una lista non raggiunge il quorum per avere parlamentari i suoi voti si distribuiscono su quelle che ne eleggono), limitarsi ad aprire le liste di partito a qualche indipendente, o puntare unicamente su leader e candidati di partito?

ROBERTO SAVIANO - Rispondere a queste domande non è cosa semplice per una serie di ragioni. La prima è che forse bisognerebbe partire analizzando il sistema elettorale italiano e cercare di capire se davvero risponda alle nostre esigenze. Se il nostro voto, che si trasforma in seggio, rispetta le istanze di rappresentatività che l’Italia ha nel suo complesso e nelle diverse realtà territoriali. Evidentemente no. Per come sembra stiano andando le cose, gli italiani non si sentono rappresentati in maniera adeguata, non conoscono i propri politici di riferimento e di fatto non hanno scelto loro di mandarli in Parlamento. 

A questo aggiungo alcune considerazioni di natura diversa. Davvero un sistema elettorale, come è il nostro, proporzionale con premio di maggioranza e sbarramento, può portare con tutti i suoi limiti alla drammatica situazione che stiamo vivendo? Io credo di no. Mi spiego meglio. Ad ogni elezione, soprattutto nelle comunali e nelle regionali, e soprattutto nelle regioni del sud Italia, la pratica della compravendita dei voti è ormai prassi diffusa. Sono anni che se ne parla. Sono anni che ne scrivo, arrivando addirittura, in occasione delle amministrative in Campania a chiedere l’intervento dell’Osce, di osservatori esterni in grado di garantire il corretto svolgimento delle elezioni. E in quell’occasione l’Osce mi rispose che dei suoi rappresentati sarebbero intervenuti a patto che fosse stata ufficialmente fatta richiesta dalle istituzioni italiane. L’invito non arrivò mai, né il Pdl, né il Pd ritennero necessario far monitorare quelle elezioni che erano fortemente a rischio. 

Tempo dopo ho scritto (non solo, ne ho anche parlato durante la trasmissione “Vieni via con me”) di come, in Campania e in Calabria si potessero acquistare voti e quindi seggi e quindi rappresentanza politica con pochi euro. Non nascondo che sono rimasto stupito da come le mie parole, che poi erano state le parole e le denunce di molti altri prima di me, non abbiano sconvolto l’opinione pubblica. Mi ha stupito che non sia iniziato un movimento di indignazione collettiva su come il nostro voto, la nostra partecipazione alla vita politica venga costantemente tradita. La politica poi ha assunto, per sua stessa natura, un carattere sempre più mediatico, di conseguenza le forze politiche che non sono ospitate nei talk show, che non vanno in televisione, che non vengono citate sui quotidiani, praticamente non esistono. Possono formare liste, possono proporre candidati, ma non potranno ottenere seggi se non raggiungono lo sbarramento in atto nel nostro sistema elettorale.

Le elezioni sono alle porte, si dice, e a me sembra una minaccia più che una liberazione, ma prima di votare, questa volta, mi piacerebbe che il sistema elettorale venisse modificato, dal momento che il premio di maggioranza che doveva servire per garantire la governabilità a scapito della rappresentatività è stato comunque tradito dalla mancanza di armonia e di scelte condivise all’interno delle coalizioni che sono costantemente paralizzate dal fuoco amico che non permette di fare le riforme che servono. Poi, tenere conto dei condizionamenti esterni che il voto subisce – voti acquistati per 50 euro, per la spesa di una settimana, per una ricarica al cellulare, e il conflitto di interessi che riguarda il presidente del consiglio e su cui sembra che l’opposizione abbia da tempo deposto le armi – aiuterebbe a capire in che senso dovrebbe andare la rimodulazione del sistema elettorale e la sua effettiva utilità, se tutto il contorno non viene modificato. 

Fatta questa lunga premessa, un metodo in teoria valido per poter individuare il leader politico sarebbero le primarie, quando siano svolte in osservanza delle regole, quando la direzione centrale di un partito abbia la forza di imporre la linea anche in aree più problematiche. Quando ci si domanda e si danno risposte credibili, ad esempio, su come sia stato possibile che in un solo pomeriggio a Napoli abbiano aderito al Pd in seimila. Chi erano tutti quei nuovi iscritti, chi li aveva raccolti, chi li aveva mandati a fare incetta di tessere? Da chi è formata la base di un partito che a Napoli e provincia conta più di 60.000 tesserati e 10.000 in provincia di Caserta? Perché non ci si domanda se è normale che il solo Casertano abbia più iscritti dell’intera Lombardia, se non sia curioso che in alcuni comuni, alle ultime elezioni provinciali, i voti effettivamente espressi in favore del partito erano inferiori al numero delle tessere? Se non si è in grado di gestire in maniera regolare le primarie allora bisogna serenamente rendersi conto che esse rappresentano solo un rischio di infiltrazione esterna. E quindi dismetterle.
 
Credo infine che la politica la debbano fare i politici. Mi spiego. È importante che chi abbia il compito di rappresentare i cittadini, nella loro possibilità di sentirsi parte di un meccanismo che non gli deve essere estraneo, si sia formato nella militanza e nella pratica democratica. Agli intellettuali e ai giornalisti, il dovere di osservare, controllare e analizzare. Un’osmosi tra tali ruoli potrebbe essere rischiosa, anche se è accaduto che intellettuali come Vaclav Havel o André Malraux abbiano dimostrato che in alcune circostanze la presenza di intellettuali in politica può dare ottimi frutti. 

Corrado Guzzanti in uno dei suoi esilaranti monologhi faceva ironia sul fatto che Berlusconi fosse entrato in politica a destra perché, decimato la Democrazia Cristiana da Mani Pulite era lì che c’era un segmento libero, un posto da occupare. A sinistra, invece, si sarebbe dovuto mettere in fila. Io aggiungo, senza alcuna ironia, che in Italia un segmento libero in questo momento c’è, ed è quello che abbia come punto di partenza la legalità, che dia ai cittadini non solo la sensazione, ma la consapevolezza che un partito, una coalizione, prima di puntare il dito ed essere intransigente verso il proprio avversario politico lo sia con se stesso e che proprio quella intransigenza verso se stesso lo legittima a pretendere correttezza e trasparenza dagli altri.

Gli elettori non chiedono altro che potersi fidare, non chiedono altro che assistere finalmente ad assunzioni di responsabilità. Gli elettori sarebbero pronti a perdonare e a siglare nuovi patti di fiducia a condizione però che li si tratti con onestà, che gli si chieda scusa. La sensazione è che i cittadini continuano a scendere in piazza senza che i politici prestino davvero attenzione a quello che in quelle piazze viene detto. Dietro i “dimettiti” e i “se non ora quando”, c’è l’urlo disperato di chi sa che dopo questa fase non c’è luce, non si vede speranza. 

Prima degli scandali, prima ancora di dare per concluso un processo che si sta per celebrare, di argomenti con cui coinvolgere l’opinione pubblica la sinistra ne avrebbe tantissimi, ma le divisioni interne non devono distrarre da premesse e obiettivi comuni che sono la base per riacquistare la fiducia di quegli elettori che, al confronto elettorale, faranno la differenza.

Se questa è informazione libera


25 febbraio 2011 - Giuliano Ferrara su Rai1 con 'Radio Londra', nel post Tg1, quello che fino al diktat bulgaro del presidente del Consiglio era del 'Fatto' di Enzo Biagi. Vespa e Sgarbi in prime time. Ora il direttore del Foglio, ex Pci, ex Psi, tra i primissimi consiglieri di 'Sua Emittenza' ed ex ministro per i Rapporti con il Parlamento del I governo Berlusconi. Serviva scendere in piazza a difesa del leader maximo e inventarsi lo slogan “in mutande, ma vivi”. Serviva mantenere la coerenza del tipico parlamentare italiano dai solidi principi e manifestare nell’arco della propria vita  al Family Day, contro l’aborto e, adesso, contro il “neopuritanesimo ipocrita”. Questo è il SISTEMA BERLUSCONI. In Italia, l’INFORMAZIONE NON è LIBERA!

Gheddafi: "Divertitevi e festeggiate. Lotteremo fino alla morte"

25 febbraio 2011 - La tv di Stato, questa sera, ha trasmesso un altro messaggio del Raìs. Il leader libico è apparso su un bastione del vecchio forte di Piazza Verde, a Tripoli, ed ha aizzato i suoi sostenitori con parole violentissime: "I depositi di armi sono aperti per armare il popolo e assieme combatteremo, sconfiggeremo e uccideremo chi protesta". Agita il pugno destro Gheddafi: "Guarda Europa, guarda America, questo è il popolo libico, eccolo il frutto della rivoluzione. Questo è un popolo che vede nella rivoluzione dignità. Questa è la jihad degli eroi. Questa è la lotta in ogni posto per non perdere i propri sacrifici. Eccola, la voce del popolo. Lotteremo, lotteremo fino a riconquistare ogni pezzo del territorio della Libia. Sconfiggeremo tutti, come abbiamo fatto con il colonialismo italiano, sconfiggeremo tutti. Ecco la forza che non può essere sconfitta: la forza del popolo, la forza delle masse, dei giovani. La vita senza queste bandiere innalzate non ha valore, né dignità. Questa bandiera verde simbolizza la dignità, la prosperità. Giovani, oh giovani, sentitevi a vostro agio dappertutto: nelle piazze, nelle vie, ballate, cantate, vivete tranquilli, con il morale alle stelle. Muammar Gheddafi è uno di voi, non è altro che uno di voi. Ballate, fate festa, siate felici". Allontanandosi, il Colonnello ha mandato baci verso la folla come una star.

Le vittime finora sono migliaia, anche se i dati non sono ufficiali. Intanto, la Nato si prepara "ad ogni eventualità".

giovedì 24 febbraio 2011

Assange, sì a estradizione in Svezia


24 febbraio 2011 - Il tribunale di Londra accetta la richiesta di estradizione avanzata dalla Svezia nei confronti di Julian Assange, fondatore di Wikileaks. Il giudice Howard Riddle ha definito “correttamente motivata” l’istanza presentata dalla Procura di Stoccolma. Se Assange non presenterà il suo appello entro una settimana, entro dieci giorni sarà estradato.

Zawia bombardata.Gheddafi pronto con mercenari. Italia e migranti

24 febbraio 2011 - Niente da fare. Le cose in Libia stanno peggiorando di ora in ora. L'ex ministro libico della Giustizia, Moustapha Abdel Jalil, dimessosi due giorni fa dal suo incarico per la violenza messa in atto dal regime per la repressione delle rivolte, intervistato dal quotidiano Expressen, dichiara: "I giorni di Gheddafi sono contati. Si suiciderà come fece, a suo tempo, Hitler".
Suicidio o no, al momento il Colonnello non ha intenzione di abdicare. Alcuni testimoni riportano che a Zawia è in atto un vero e proprio massacro, provocato da continui raid aerei. La stessa sorte si teme per la città di Tajoura. 
Attraverso un comunicato letto da un alto ufficiale dell'Esercito alla televisione di Stato, il Consiglio Popolare libico per la Sicurezza Generale, a nome del regime, ha intimato ai rivoltosi di riporre le armi e di consegnare alle forze governative i capi delle proteste, in cambio di ingenti somme di denaro. La tv Al Arabiya ha anche riportato le dichiarazioni dei figli del Colonnello. Saad Gheddafi, secondogenito, ha affermato: "Controlliamo l'85% della Libia. Sono in mano ai manifestanti solo le città sulla costa della Cirenaica". Seifulislam Gheddafi ha parlato di notizie "false sui raid aerei contro i manifestanti in Libia". Prima ancora, in tv è apparsa Aisha, la figlia del rais che, secondo i media arabi, ieri aveva provato a scappare a Malta con un elicottero, a bordo del quale vi erano circa dieci persone, di cui le autorità avevano negato l'atterraggio, poiché il velivolo era comparso nello spazio aereo maltese all'improvviso. La donna, che si è fatta riprendere davanti alla residenza di famiglia di Bab al-Aziziya come ha fatto precedentemente il padre, ha dichiarato: "I libici che mi conoscono sanno bene che io resterò qui come ambasciatrice di buona volontà del popolo libico". Relativamente alla revoca del titolo di ambasciatrice Onu di buona volontà arrivata ieri, Aisha ha affermato "di non aver ricevuto alcuna comunicazione". Infine, qualche minuto fa, secondo la tv di Stato, Gheddafi starebbe in un bunker sotterraneo della caserma di Bab al Aziziya, sobborgo meridionale di Tripoli, difeso da alcuni fedelissimi. 
Il New York Times riporta che il Colonnello si sta affidando a migliaia di mercenari e brigate speciali di polizia, guidate dai propri figli, che si starebbero avviando verso Tripoli. I testimoni intervistati dal quotidiano statunitense sostengono: "ci sono dozzine di posti di blocco sulle strade principali. Sono mercenari e uomini in borghese che chiedono non solo i documenti, ma anche di dimostrare il proprio sostegno a Gheddafi, altrimenti sono problemi".
Intanto, continua il botta e risposta tra Roberto Maroni e l'Ue. Il ministro chiede un sostegno sostanzioso da parte dell'Unione: "Abbiamo fatto ieri delle richieste che sono contenute nel documento comune firmato da 6 ministri degli Esteri, dove c'è la costituzione di un fondo straordinario per l'assistenza, al burden sharing. Ciò che è ancora più importante - sottolinea Maroni - è che sia applicato il principio di solidarietà. Quando un paese dell'Ue è in difficoltà, gli altri devono intervenire". Poi, il ministro italiano aggiunge: "Sono molto preoccupato per quanto accade in Libia. Questa mattina Al Qaeda ha detto che supporta i ribelli ed è contro Gheddafi. Noi cosa facciamo? Serve un differente approccio da parte dell'Europa".
La risposta a Maroni arriva direttamente da Stoccolma. Il ministro svedese dell'Immigrazione, Tobias Billstrom, ha chiesto al nostro Paese "un atteggiamento più equilibrato nell'affrontare un'emergenza immigrazione che non si è ancora verificata. Lo scorso anno - dichiara Billstrom -, ci siamo trovati difronte a 32.000 richieste d'asilo ed abbiamo affrontato il tutto, senza allarmismi particolari". 

Libia, migliaia di vittime. Berlusconi parla di "fondamentalismo", Ban Ki Moon e Obama di "violenza inaudita" e di "diritti violati"



23 febbraio 2011 - La tv Al Arabiya parla di 10mila morti e 50mila feriti in Libia, ma il bilancio è tutto da verificare. Ong e medici a lavoro sul posto parlano di centinaia di morti. L'ambasciatore italiano a Tripoli, Vincenzo Schioppa, ha definito "esagerate" le notizie riportate dai media in questi giorni, relativamente alla capitale libica: " Non posso confermare che vi siano stati bombardamenti o azioni di questo genere per quanto riguarda Tripoli perché ce ne saremmo accorti, il che non significa che non vi siano motivi di grandissima preoccupazione".


Silvio Berlusconi continua a non andare alla Camera per riferire la posizione ufficiale del Paese sulla questione libica. Lascia che se la sbrighi il ministro Frattini. Da lontano, però, dice la sua: "Prendiamo atto con grande piacere che il vento della democrazia è soffiato in quei Paesi. Tanti giovani   vogliono entrare nella modernità e armati del loro coraggio e di internet hanno dato via ai sommovimenti. Facciamo attenzione che non ci siano violenze ingiustificate e derive che recepiscano il fondamentalismo islamico". Insomma, parole sagge che uno si aspetta dal proprio Primo Ministro. Peccato che il tormentone del "bunga bunga", che tanto piace al premier, gli sia stato insegnato proprio dall'amico - ora cattivissimo - Gheddafi al quale, lo scorso anno, ha fatto recapitare circa 500 ragazze per una lezione sul corano.


Ban Ki Moon, segretario generale dell'Onu parla di "gravi violazioni del diritto umanitario e dei diritti umani da fermare al più presto. I responsabili di tutto ciò devono essere puniti".
Hillary Clinton, durante una conferenza stampa con l'omologo brasiliano, Antonio Patriota, ha avvertito il rais Gheddafi che il suo governo sarà ritenuto responsabile di quanto sta accadendo.
Intanto, in un comunicato la rappresentante per la politica estera dell'Ue Catherine Ashton ha annunciato che "la Ue ha sospeso i negoziati con la Libia per l'accordo quadro ed è pronta a prendere ulteriori misure restrittive".

In tarda serata ha parlato anche il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, definendo "mostruosa" la violenza che si sta verificando nel Paese nordafricano: "La repressione in corso viola le leggi internazionali ed è contraria ai diritti umani, e i diritti umani non sono negoziabili. I responsabili dovranno risponderne. Il mondo parli con una sola voce". 

mercoledì 23 febbraio 2011

Obama: "Sì ai matrimoni gay"

23 febbraio 2011 - Il ministro della Giustizia statunitense, Eric Holder, quest'oggi ha parlato della svolta di Obama: il Governo non si schiererà più, nelle Corti federali, dalla parte del "Marriage Act", il quale stabilisce che gli unici matrimoni da considerare tali sono quelli tra due sessi opposti. Holder dichiara che il Presidente ha affermato di ritenere tale legge "incostituzionale".
23 febbraio 2011 - 153 voti favorevoli, 124 contrari e 2 astenuti. Con questi numeri il Senato ha approvato la proposta di Maurizio Gasparri e Federico Bricolo, rispettivamente presidenti dei gruppi del Pdl e della Lega, comunicata ieri in aula dal ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli che oggi ha dichiarato: "Al Senato è andata bene. Spero che vada benissimo alla Camera". La prossima settimana il Governo dovrebbe tenere la stessa comunicazione a Montecitorio, dove, molto probabilmente, sarà posta la fiducia.
Il ministro delle Riforme per il Federalismo, Umberto Bossi, si dice felice del risultato e attacca la Corte dei Conti il cui Procuratore generale, come abbiamo riportato ieri, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, aveva parlato di scetticismo riguardo al federalismo fiscale, evidenziando perplessità sul suo funzionamento contro la corruzione: "Stupidaggini. Non sono d'accordo - afferma il ministro -. Aumenta la responsabilità. Non è esattamente corruzione".

martedì 22 febbraio 2011

Così parla la Lega e il suo popolo del possibile esodo dal Maghreb


22 febbraio 2011 - "Intanto, non sono arrivati e speriamo che non arrivino. Se arrivano li mandiamo in Francia e Germania...". Questo il commento che ha rilasciato oggi il ministro delle Riforme per il Federalismo, Umberto Bossi, in merito all'esodo che si potrebbe verificare nei prossimi giorni, molto più massiccio di quello che si sta già verificando sulle coste italiane, a seguito delle rivolte scoppiate nell'Africa Settentrionale e, in particolare, in Libia.
Ieri sera, durante la trasmissione televisiva 'Tg3 Linea notte' è stata trasmessa una serie di commenti sull'argomento da parte degli ascoltatori di Radio Padania, la radio della Lega  che due giorni fa ha negato, all'ultimo istante, il collegamento in diretta con il programma tv 'In mezz'ora' perché "con l'Annunziata avremmo rischiato le telefonate di falsi leghisti che parlano male del governo" dice un ascoltatore.
Dunque, i veri leghisti degli sbarchi africani verificatisi nell'ultima settimana e di ciò che potrà accadere nel post rivolte pensano questo: "Facciamo tornare i militari dall'Afghanistan per difendere Lampedusa. Ciò che si vede in questi giorni è un'invasione". 
Una signora che, dal tono di voce, appare essere avanti negli anni dice: "Il primo dovere, oltre ad essere un diritto sacrosanto, è difendere i nostri confini e la nostra gente da un'invasione pseudoumanitaria che umanitaria non è. E allora cosa c'entra di dire, ma poi dicono che non si può sparare? Ma dico, la guerra non la facciamo noi a loro, la guerra la fa chi invade un altro Paese, senza avere alcun diritto di farlo. Se noi siamo invasi, avremo tutto il diritto di difenderci con qualunque mezzo, altro che trattati... Mentre noi parliamo di trattati e di dialogo...". 
Poi due uomini. Il primo: "Questi sono solo travestiti da profughi. Li abbiamo visti i filmati di Lampedusa dove questi sono lì, con il cellulare, con l'aria strafottente...Sono scappati. Ma come, sono scappati da Paesi dove sta vincendo la democrazia?E questi tagliano la corda? Allora c'è qualcosa che non va. Guardate, fosse per noi, questi, il giorno stesso, barconi indietro e tutti a casa". 
Il secondo, Paolo: "Ciao ragazzi. Vi voglio fare una preghiera col cuore: non chiamateli migranti. Chiamateli col loro nome: invasori! Mi fanno schifo! Mi fanno veramente schifo!".
Tutti chiedono il rispetto della legge 'Bossi-Fini', mentre Maroni litiga con l'Ue per il mancato contributo europeo all'Italia per quanto riguarda gli sbarchi che si sono perpetrati negli ultimi giorni sulle coste sicule.
La direzione a destra che sta prendendo l'Europa è data sicuramente dalla paura dei cittadini verso gli extracomunitari. In Italia, abbiamo un partito al Governo che, alle politiche del 2008 ha raccolto più dell'8% dei consensi elettorali, alle europee del 2009 più del 10% e, alle regionali dello scorso anno, ha ottenuto quasi il 20% nelle 8 regioni su 13 in cui si è presentato. Naturalmente parlo del Carroccio. Se ieri si condannava Berlusconi per il suo silenzio sulla guerra civile in Libia, ancor più assordante e vile è l'odio che dimostrano certe persone nei confronti di chi chiede un aiuto, in un periodo così delicato.

Su Twitter smentiti raid aerei Tripoli. Mossa del regime per sedare rivolte


22 febbraio 2011 - Al Jazeera ed altri media parlano di raid punitivi su Tripoli. Bombardamenti che hanno provocato centinaia di vittime. Su Twitter, però, da diverse ore alcuni blogger affermano che queste informazioni siano pilotate dal regime governativo, per sedare le rivolte in atto nelle altre città libiche. Ali Tweel e Flyingbirdies parlano sin dal 20 febbraio di "scontri, spari, miliziani, elicotteri e mercenari armati", ma smentiscono i bombardamenti.
Tuttavia, secondo Al Jazeera i raid sono ripresi.
Intanto, la tv di Stato libica riferisce che Gheddafi parlerà alla nazione questa sera dalla sua casa di Bab al-Azizia, a Tripoli.

Corte dei Conti contro "legge bavaglio" e federalismo

22 febbraio 2011 - Alle 11.00 di questa mattina, nell'aula delle Sezioni Riunite della sede di Viale Mazzini, è iniziata l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011 della Corte dei Conti. Alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e delle più alte cariche istituzionale del Paese, il Procuratore generale della Corte, Mario Ristuccia, si è detto profondamente contrario al ddl intercettazioni che "non appare indirizzato alla lotta alla corruzione", così come non lo è l'intervento di dimezzamento "dei termini di prescrizione per il reato di corruzione, effettuato con la 'legge Cirielli' del 2005".
Ristuccia considera "le intercettazioni come uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili allo scopo".
Il Procuratore della magistratura contabile appare contrariato anche per quanto riguarda il federalismo fiscale che, anziché diminuire la corruzione, potrebbe farla aumentare se si considera che "il decentramento della spesa pubblica potrebbe favorire uno scambio di favori illeciti, data l'eventuale vicinanza delle amministrazioni a interessi e lobbies locali". 

Gheddafi dice di essere in Libia. Nuovi raid su Tripoli e blocco gas per Italia

22 febbraio 2011 - Muammar Gheddafi, leader libico, è comparso ieri in tarda serata in un video che lo ritrae in un ambiente, probabilmente, lontano dalla sua dimora. Poco più di 20 secondi, in cui il dittatore ha smentito le voci che lo davano per fuggitivo e ha condannato le tv "guidate da cani randagi". Un intervistatore gli tiene il microfono e lui parla seduto in un veicolo, mentre tiene nella mano destra un ombrello bianco. In Libia piove, ma nulla vieta che sia un depistaggio. Tripoli è un cumulo di macerie, in cui continuano gli scontri tra le forze governative ed i rivoltosi. Le immagini sono impressionanti e ritraggono una guerra civile che il Governo sta reprimendo con una violenza barbara che lascia sul campo un numero di vittime in costante aumento, mentre la tv ufficiale smentisce la carneficina. Al Jazeera parla di nuovi raid aerei su Tripoli che hanno provocato altre centinaia di morti. Intanto,  l'opposizione libica "17 febbraio" ha minacciato di tagliare il gas all'Italia e a tutto il Nord Europa per il vile silenzio perpetrato nei confronti di Gheddafi e del suo modus operandi, relativamente alla repressione delle rivolte. Dieci le città nella mani dei ribelli. L'Unhcr (Alto Commissariato per i rifugiati dell'Onu) parla di rivalsa delle forze governative nei confronti dei rifugiati africani, accusati di essere mercenari.

Tristissimo Lutto

22 febbraio 2011 - Ieri, a Roma, un ragazzo di 30 anni ha perso la vita in un incidente stradale. Non si può morire a quest’età! Non è possibile! Non è giusto! Che tu possa riposare in pace Vito!!!

lunedì 21 febbraio 2011

Libia, Berlusconi dissente dal comportamento dell'amico Gheddafi...finalmente!


21 febbraio 2011 - Alla fine si è fatto sentire. Dopo un'interminabile giornata di scontri in Libia che lascia sul campo centinaia di morti, dopo che nei giorni scorsi Berlusconi affermava di "non voler disturbare" un impegnato Gheddafi, anche il Governo italiano si fa sentire.
In serata arriva da Palazzo Chigi il seguente comunicato: 
"Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, segue con estrema attenzione e preoccupazione l’evolversi della situazione in Libia e si tiene in stretto contatto con tutti i principali partner nazionali e internazionali per fronteggiare qualsiasi emergenza". 
Il premier si dice "allarmato per l’aggravarsi degli scontri e per l’uso inaccettabile della violenza sulla popolazione civile.
L’Unione Europea e la Comunità internazionale dovranno compiere ogni sforzo per impedire che la crisi libica degeneri in una guerra civile dalle conseguenze difficilmente prevedibili, e favorire invece una soluzione pacifica che tuteli la sicurezza dei cittadini così come l’integrità e stabilità del Paese e dell’intera regione".
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, teme l'esodo libico e firma il documento europeo di condanna della repressione sanguinosa del Governo di Gheddafi, ma chiede all'Ue di "non interferire nel processo pacifico di riconciliazione nazionale" nel rispetto "della sovranità e dell'indipendenza dei popoli". Con la resa del leader libico, l'inquilino della Farnesina teme la fine del "Trattato di amicizia" firmato nel 2008 con Gheddafi. Dopo secoli di soprusi, l'Africa si ribella. L'Occidente ne prenda atto ed aiuti le popolazioni a ristabilire la pace e a trovare una tanto agognata libertà.

Rivolta in Libia, centinaia di morti. L'Italia fa finta di nulla

21 febbraio 2011 - La Libia sta prendendo fuoco. Le rivolte scoppiate qualche giorno fa nel Paese africano fanno registrare centinaia di vittime. Ieri, il secondogenito dello scomparso dittatore Muammar Gheddafi ha minacciato una sanguinosa repressione dei tumulti, ma le sue parole non hanno spaventato i manifestanti che invadono Bengasi. Oltre 200 i morti, più di 700 feriti. Alcuni membri delle forze armate si uniscono ai rivoltosi. 
A Tripoli, questa mattina, è stato incendiato il Palazzo del Popolo, un'importantissima sede del Governo. Alcuni soldati hanno saccheggiato banche ed uffici. 
La Farnesina richiama gli italiani, come del resto hanno fatto e stanno facendo in queste ore gli altri Paesi europei. 
Poi i bombardamenti nella capitale. Più di 200 morti tra i rivoltosi. Intanto, per tutto il giorno si sono rincorse le voci sulla possibile fuga del leader libico. Tuttavia, al momento, non è chiaro dove sia Gheddafi.
Gli scontri continuano nel Paese e l'Italia è uno di quei pochissimi Paesi che non hanno condannato la repressione violenta. 
Ambasciatori e ministri libici si dimettono, centinaia di unità dell'esercito si uniscono alla forze ribelli. Qualcuno sostiene che il golpe sia riuscito. 
Purtroppo il bilancio dei morti è in costante aumento e il nostro Governo, che ha accolto fino a qualche mese fa il dittatore libico a Roma come un trionfatore, continua a rimanere in un assordante silenzio. Vergogna!

Quasi certo rinvio a giudizio per Fede, Minetti e Mora

21 febbraio 2011 - Il ciclone Rubygate continua il suo tragitto senza sosta. Entro oggi, massimo domani, i pm milanesi dovrebbero chiedere il rinvio a giudizio per Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora. Il primo, prossimo ottantenne, direttore del Tg4 e primo cittadino di "Berluscottopoli", è indagato per essere il tramite tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e le presunte prostitute che popolavano le case del premier durante i party "Tiramisù".
La Minetti, appena venticinquenne, ex soubrette e consigliere regionale Pdl in Lombardia, compare nel registro degli indagati nelle vesti di colf delle suddette ospiti di "sua emittenza".
Infine, l'agente Lele Mora, ex amico intimo di Fabrizio Corona - il re dei paparazzi made in Italy, noto ai più per una fedina penale tutt'altro che limpida -, è indagato come agente delle fanciulle dei festini ad Arcore.
Dopo quello a Berlusconi, altri tre rinvii a giudizio in dirittura d'arrivo, per un'inchiesta che nasce da una costola del processo al presidente del Consiglio.
Sebbene i pm non abbiano mai preso per certe le parole di Karima El Mahroug, al secolo Ruby Rubacuori, non hanno potuto evitare di constatare che le sue dichiarazioni sono chiare e spesso, troppo spesso, coincidono con la realtà. E le conferme arrivano dalle "olgettine" che parlano di regali sostanziosi e commentano le cene dal "vecchio", come lo definisce la fedelissima Minetti in una telefonata a Clotilde Strada. E poi ci sono i bonifici che partono dal conto di Berlusconi, diretti a donne dello spettacolo.
Gli avvocati del premier lo tranquillizzano con atti sventati e non del tutto a favore della difesa, così lui non gli crede e forza per l'immunità parlamentare.

Rubygate: lezioni di diritto penale di Marco Travaglio agli adepti del premier

(da l'Espresso) Quanti deliri tra i filo Cav.


Dicono che se il concusso nega di esserlo stato, il reato non c'è. Dicono che se Berlusconi ignorava la minore età della ragazza, il reato non sussiste. Tutte balle: urge un corso accelerato di diritto penale

(18 febbraio 2011) Sentendo parlare Berlusconi, viene il dubbio che i suoi onorevoli avvocati, forse per un eccesso di umana pietà, non l'abbiano bene informato su quel che rischia dal processo Ruby. Infatti dice serafico: "Accuse infondate e risibili: il dirigente della polizia che sarebbe stato concusso nega di esserlo mai stato e la minorenne nega di aver mai avuto avances o rapporti sessuali e afferma di essersi presentata come ventiquattrenne". Non gli hanno spiegato che, per la concussione, non è necessario che il concusso si dichiari tale: trattandosi di un'estorsione commessa da un pubblico ufficiale, essa pone il concusso in uno stato di sudditanza. Di solito, nei processi per estorsione, la vittima del racket nega di aver pagato il pizzo, eppure chi gliel'ha imposto viene condannato lo stesso. Per la prostituzione minorile, basta provare che la prostituta era minorenne, non che l'indagato lo sapesse; se non lo sapeva, peggio per lui (altrimenti non si riuscirebbe mai a condannare nessuno). 
È dunque consigliabile un corso accelerato di diritto penale non solo per il premier imputato, ma anche per la legione di commentatori che si esercitano sul caso Ruby. Maurizio Belpietro, giurista per caso, ripete che il Cavaliere è in una botte di ferro: "Se la Procura non incrimina i funzionari della Questura per aver rilasciato Ruby dopo la sua telefonata, è evidente che lui non li ha costretti a fare nulla di illecito". Ma per la concussione non occorre che il concusso faccia qualcosa di illecito: basta che il concussore, "abusando della sua qualità o dei suoi poteri", lo "induca" a "dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità". Ora, il pm minorile aveva raccomandato di trattenere Ruby o di affidarla a una comunità, invece i funzionari la affidarono "indebitamente" alla consigliera regionale Nicole Minetti ed, essendo vittime di concussione, non sono perseguibili. Piero Ostellino, in uno dei venti-trenta articoli pro Berlusconi scritti sul "Corriere", sempre con l'aria di difendere il liberalismo a nome di Locke, Stuart Mill, Tocqueville e gli altri suoi spiriti guida, insinua che "l'inchiesta sul capo del governo, e le relative intercettazioni, sarebbero partite prima della famosa telefonata in Questura, cioè prima di qualsiasi notitia criminis... un abuso di potere tipico dei regimi dittatoriali". 
Due giorni dopo, sempre sul "Corriere", Ernesto Galli della Loggia ripete: "Qual era la notitia criminis che prima della famosa notte della Questura ha indotto a mettere sotto controllo la villa di Arcore?". Tutte balle. L'indagine partì a giugno e le intercettazioni a luglio, dunque dopo la notte della Questura (27 maggio); e mai fu controllata la villa di Arcore: lo furono solo i cellulari delle ragazze invitate dal trio Mora-Fede-Minetti, sospettato di organizzare un giro di prostituzione. Per scoprirlo non occorre nemmeno conoscere i codici. Basterebbe che gli opinionisti del "Corriere" leggessero le cronache del "Corriere".

domenica 20 febbraio 2011

Napolitano: "Le nostre leggi garantiscono a Berlusconi un processo giusto".

20 febbraio 2011 - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alla vigilia della sua visita ufficiale in Germania, ha rilasciato un'intervista al quotidiano tedesco 'Welt am Sonntag'. Il capo dello Stato parla della politica nostrana: "I partiti si scontrano, si dividono, tutto questo in un certo modo e’ normale in una democrazia. In Italia, tuttavia, ciò degenera in una vera e propria guerriglia politica, alimentata da troppi personalismi".
Sul Rubygate ed il processo a Berlusconi che inizierà il prossimo 6 aprile, Napolitano afferma: "Ha le sue ragioni e buoni mezzi giuridici per difendersi contro le accuse. Sia la nostra Costituzione, sia le nostre leggi garantiscono che un procedimento come questo, in cui si sollevano gravi accuse che il presidente del Consiglio respinge, si svolgerà e concluderà secondo giustizia".
Chissà se il presidente della Repubblica ha ascoltato il premier che ieri ha dichiarato di voler procedere, come un treno che travolge qualsiasi sorta di ostacolo Napolitano compreso, sulla "legge bavaglio" e sul "processo breve". Speriamo che lo stato di Diritto in cui confida il capo dello Stato venga tutelato...

Berlusconi show

20 febbraio 2011 - Per tutti coloro che se lo sono perso, consiglio un bellissimo audiomessaggio rilasciato dal boss sul sito dei promotori della libertà .
Silvio Berlusconi dice: "Al di là dei danni arrecati dalle ennesime, insensate e imperdonabili iniziative giudiziarie messe in campo dai magistrati di Milano, il Presidente del Consiglio, il governo e la maggioranza hanno lavorato e stanno lavorando alacremente alla soluzione dei tanti problemi che ci affliggono". 
A questo punto ci si aspetterebbe che si parli, finalmente, dei giovani alla ricerca della prima occupazione e di tutti i disoccupati che nel nostro Paese stanno aumentando ogni giorno di più e, invece,...: "Introdurremo una normativa sulle intercettazioni telefoniche che ponga fine agli abusi e alle violazioni della nostra privacy che si verificano anche in danno di chi non è neppure indagato, con l'introduzione di nuove norme di garanzia che scoraggino la pratica di fornire ai giornali il risultato delle intercettazioni, così come avviene in tutti, tutti i Paesi civili, e tra l'altro come avviene negli Stati Uniti, dove chi passa le intercettazioni alla stampa va in galera, e ci resta per molti anni". Questo perché: "La giustizia è divenuta sempre più un contropotere politico che esonda dai principi costituzionali e che è sempre meno un servizio pubblico efficiente e giusto, quale invece tutti vorrebbero che fosse".
Se gli italiani non se ne fossero ancora accorti, la paralisi del Bel Paese è dovuta alle toghe che, a causa delle intercettazioni, non permettono al premier di sviluppare un certo tipo di business...Dunque, il Governo, comprendendo le priorità che servono agli italiani per uscire da questa lunga fase di stallo, ha pensato di aiutare i cittadini così: "Tra i provvedimenti che sottoporremo di qui in avanti al Parlamento, vi ricordo: la divisione dell'ordine requirente da quello giudicante, con la separazione degli ordini tra avvocati dell'accusa e giudici giudicanti e con un Consiglio Superiore della Magistratura, uno per i pm e uno per i giudici, accompagneremo queste novità da una riforma elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura per ridurre quella che oggi è una politicizzazione che è eccessiva e che è inaccettabile".
Come si fa a governare se i magistrati continuano a fare il proprio lavoro? Come si permettono costoro di adempiere al proprio dovere? Da quando i giudici hanno il diritto di giudicare e gli imputati hanno il dovere di presentarsi in tribunale per difendersi? E, soprattutto, lo vogliono capire o no che qui si parla di "un cittadino più uguale degli altri"?
"Noi non abbiamo mai alimentato tensioni o conflitti tra le istituzioni - Napolitano e Fini lo sanno bene -, ma abbiamo sempre operato con determinazione per fare esclusivamente l'interesse dell'Italia, e siamo riusciti a porre le famiglie e le imprese al riparo dai contraccolpi della crisi internazionale - di cui inizialmente avevamo negato l'esistenza e che ha soltanto provocato qualche decina di migliaia di disoccupati, ma non ci si può lamentare, insomma! -. Avere garantito la tenuta dei conti pubblici e del bilancio dello Stato - tagliando in qualsiasi settore possibile ed immaginabile -, avere mantenuto la pace sociale - si seguano le telefonate in diversi programmi tv di premier e compari e gli interventi che negli anni hanno visto diversi protagonisti dell'attuale Maggioranza insultare chicchessia, appena costui si fosse permesso di criticare il pensiero governativo -, avere avviato finalmente la riforma della pubblica amministrazione, realizzato la riforma della scuola e dell'università - per nulla contestata -, sostenuto con molti provvedimenti le imprese - ma la Marcegaglia di cosa si lamenta ? -. Tutto questo ci consente oggi di mettere i primi mattoni della ripresa e del rilancio dell'economia - miei cari disoccupati a breve tornerete a lavorare, urrà -. Abbiamo affrontato bene la crisi economica e internazionale ma, dopo aver evitato le conseguenze più gravi, siamo ancora alle prese con la necessità di creare le condizioni per uno sviluppo che sia solido e duraturo".
Insomma, il premier insiste col "ghe pensi mi'" che, se fosse costruttivo, avrebbe tutto il nostro consenso... Ma perché credo di aver già sentito queste parole circa un "milione di volte" in questi ultimi tre anni?
Il tempo passa, il boss resta lo stesso. Il copione è il solito. Vediamo adesso dove vuole arrivare e, soprattutto, dove ci vuole portare... Intanto l'opposizione reagisce... a Vendola che ha osato candidare la Bindi alle prossime nazionali.